È ora di cambiare materasso!
Se non riesci a ricordare da quanti anni hai il materasso che utilizzi attualmente, è probabile che sia giunto il momento di comprarne uno nuovo.
Calcolando una media di 7/8 ore a notte di sonno, nell’arco della nostra intera vita passiamo circa
25 anni tra le braccia di Morfeo.
Un considerevole lasso di tempo, il che evidenzia l’importanza della qualità del supporto che abbiamo durante il nostro riposo.
Di norma, un buon materasso ha una vita ottimale che può arrivare fino a 10 anni.
I fattori da tenere in considerazione per comprendere lo stato di usura e capire
quando sostituire il materasso sono molteplici: si potrebbe paragonare la valutazione di utilizzo di un materasso similmente a quella di un’automobile.
Nonostante il materasso rimanga fermo sulla rete in camera da letto – al contrario
dell’autovettura – sono entrambi oggetti sottoposti ad uno stress quotidiano, reiterato e
mediamente costante.
E così come per l’automobile, anche per il materasso non esiste una dead-line che segni
l’obsolescenza irreversibile dell’oggetto, ma possiamo comunque fare diverse valutazioni.
Come ci svegliamo la mattina?
E’ la prima domanda che dobbiamo porci. Freschi, energici e
carichi? Oppure appesantiti da dolori muscolari nelle zone più sensibili, come ad esempio cervicale o fianchi?
Generalmente, i malesseri fisici che avvertiamo appena svegli, specie se vanno via poi nel corso della giornata, sono la prima ma già palese avvisaglia dell’inadeguatezza del materasso al nostro
corpo.
La questione più paradossale è che molti sono talmente abituati al materasso già in loro possesso
da “adattarsi al disagio”, non riuscendo a percepire esplicitamente i segnali fisici sopra-citati, ma
notando comunque che fuori casa (in un albergo, a casa di un amico, ecc…) tendono a dormire meglio che a casa loro.
Questo dovrebbe già bastare a causare uno stato d’allerta tale da indurre
a cambiare materasso per salvaguardare la salute della colonna vertebrale.
Passiamo ora a valutare i segnali meno espliciti dell’obsolescenza del nostro giaciglio.
Deterioramento biologico e inconsapevole
Non è bellissimo, ma parlando con la lingua fuori dai denti… Lo sapevi che ogni notte durante il riposo il corpo umano espelle umori corporali, sudore, cellule morte, forfora ed altri micro-resti organici? E indovina dove si depositeranno una volta emessi?
Per questo motivo, se hai un aumento improvviso di sintomi allergenici o asmatici, la causa potrebbe essere derivante dagli acari presenti nel tuo materasso.
Puoi provare a ovviare al problema utilizzando l’aspirapolvere sul materasso, ma qualora fosse già datato il consiglio è di pensare a cambiarlo.
Purtroppo neanche una cura ottimale del proprio materasso può evitare l’insorgere di queste questioni, però qui di seguito ti forniamo alcuni consigli utili a renderlo il più longevo possibile:
• Areare il materasso il più possibile, sollevandolo dalla struttura
• Non esporre letto e materasso a fonti di calore
• Ruotare il materasso mensilmente in senso orizzontale, invertendo i lati di testa e piedi
• Non bagnare mai abbondantemente il materasso
• Utilizzare una rete a doghe, la cui elasticità aiuta il mantenimento del materasso
Una questione di peso
Fondamentale è capire chi ha utilizzato (o utilizzerà) il materasso, ma soprattutto come.
Un materasso destinato ad accoglierci tutti i giorni ha sicuramente un maggior numero di requisiti da soddisfare rispetto al materasso pensato per la casa al mare, che ci accoglierà magari tutti i fine settimana e soltanto per una stagione.
Mediamente, una persona meno robusta ha necessità di un materasso più morbido e una più robusta di un sostegno maggiore nel proprio riposo.
Già una scelta sbagliata del materasso potrebbe contribuire ad un suo deterioramento prematuro, dato da un utilizzo non congruo.
Per questo motivo, ad esempio, quando una persona ingrassa o dimagrisce molto si consiglia un coerente cambio di materasso.
Un materasso giunto al suo limite lo espliciterà perdendo in primis il suo tono originario: diventa troppo molle se nasce robusto, o troppo duro se nasce più morbido.
Vuoi capire se puoi ancora godere di un sonno dignitoso sul tuo materasso? Controlla che la curva a S della tua colonna vertebrale si mantenga mentre sei sdraiato, se non accade è segno di qualcosa che non va; inoltre, se riesci a far passare una mano tra il tuo corpo e il materasso quando vi sei coricato, ecco un ulteriore allarme indice della necessità di un nuovo acquisto.
Ok, il materasso è giusto!
A seguito di questo excursus alla scoperta degli accorgimenti per la conservazione ottimale dei materassi e dei segnali che ne denunciano l’obsolescenza da non sottovalutare, vogliamo concludere l’articolo dicendo che la longevità è risultato anche della qualità dei suoi componenti, dai materiali tessili alla lastra interna, a seconda del tipo di materasso che andremo a scegliere.
Esiste un tipo di materasso per ogni esigenza! Qui i più diffusi e commercializzati:
• Materasso a molle: durata media 6-8 anni
• Materasso ortopedico a molle: durata media 8 anni, il più comune in Italia
• Materasso in memory foam: durata media 8-10 anni, considerato il migliore attualmente perché in poliuretano, materiale anallergico che impedisce la proliferazione di acari e batteri
• Materasso in lattice: durata media 8 anni, tradizionalmente inteso come elitario
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